31 marzo 2008

Che succede nella città ETERNA? Largo ai giovani!

Cosa sta succedendo a Roma? Come sapete Walter Veltroni ha dato le dimissioni da sindaco (per fare il premier) e la città di Roma tornera' alle urne. Il candidato del centrosinistra si chiama Francesco Rutelli ( certo non è una novità della politica romana e nazionale... come sindaco se l'e' cavata meglio che da vicepremier :-).
Ma la bella e vera novità di questa corsa elettorale è la lista di GIOVANI UNDER 30, guidata da Luciano Nobili, gia' nell'Ufficio di Presidenza Nazionale dei Giovani della Margherita che ha raggruppato un sacco di ragazzi e ragazze e ha promosso una lista davvero innovativa. Nei Quartieri (che a Roma si chiamano Municipi) e in Comune.
Tutte le informazioni e le iniziative dei nostri coetanei romani a questo sito
http://www.under30.org/

voi che ne pensate?

Paolo Giacon

29 marzo 2008

Violenza in Tibet: ora basta!!!

Le ultime notizie provenienti da Lhasa, capitale del Tibet, sono agghiaccianti: il governo cinese, non pago della durissima repressione delle proteste contro il regime, che ha provocato la morte di numerose persone (una dozzina per il governo cinese, più di 80 secondo fonti indipendenti), ha deciso di lanciare un ultimatum ai dissidenti: chi si consegnerà alle autorità entro le 17 del 17 marzo (ora italiana), sarà trattato “con clemenza”, tutti gli altri subiranno un “duro trattamento”.

L’ultimatum ora è scaduto. Si attendono gli eventi, si attende l’ennesima carneficina, si attende l’ennesima rassicurante dichiarazione da parte delle autorità cinesi, si attendono gli ennesimi no comment da parte delle diplomazie occidentali, talvolta sostituiti da simboliche condanne verbali.
Di fronte a tutto questo arriva però un momento in cui viene voglia di dire: BASTA! Viene voglia di urlarlo con forza: questa forza, quasi catartica, è l’emblema della decisione con cui deve essere portata avanti la questione della tutela dei diritti umani nel mondo.
Perché se è vero che il Tibet è lontano, geograficamente e mediaticamente, dalla nostra realtà di giovani impegnati a Padova, quegli eventi drammatici non riguardano soltanto una remota regione asiatica, bensì pongono una tematica di portata generale: le violazioni dei diritti umani rappresentano soltanto “questioni interne”, come sono soliti affermare tutti i regimi della Terra, oppure sono questioni di interesse internazionale?
Secondo me, esistono dei diritti universalmente riconosciuti che, indipendentemente dalla valenza (spesso meramente formale) di diritti naturali che venga o meno loro attribuita, devono essere difesi e tutelati sempre e dovunque.
Libertà di espressione e di riunione, diritto di autodeterminazione dei popoli (perlomeno nelle forma più ridotta di diritto all’autonomia), diritto alla vita non possono restare espressioni vuote, ma devono essere riempiti dall’azione, anche internazionale, di quegli stati che già li tutelano all’interno del loro territorio.
E’ quindi necessario ed urgente che i paesi occidentali condannino con forza il comportamento delle autorità cinesi in Tibet, ma più in generale è necessario che nello sviluppo delle relazioni con il colosso asiatico non si tenga più conto soltanto di variabili economiche, ma anche della necessità di tutelare i diritti umani.
Dopo le giuste condanne di Walter Veltroni mi aspetto che il Partito Democratico sappia porre prima degli interessi economici il rispetto dei diritti umani(e penso anche e soprattutto ai diritti sociali, la cui violazione abbassa il costo del lavoro in Europa).
Vorrei che, anche se questo non può avere diretto influsso sulla questione, l’amministrazione comunale di Padova esponesse la bandiera tibetana.
Propongo, anche, che i Giovani Democratici nei prossimi giorni organizzino un sit-in di solidarietà e protesta.


La lotta per la tutela dei diritti umani riguarda tutti.
E’ anche dal basso che si può cambiare il mondo. Proviamoci.


Matteo Corbo

28 marzo 2008

Il Partito Democratico punta sui GIOVANI !!!

- Padova, 27 mar – “I candidati under 35 nelle liste del Partito Democratico in Veneto sono il 18%, quelli del Pdl sono si fermano al 10%, quasi la metà”. Lo rileva Paolo Giacon, capo delle segreteria politica del senatore Paolo Giaretta. Anche a livello nazionale l’obiettivo del Partito Democratico è stato quello di investire sulle energie e sull’entusiasmo dei più giovani. Nelle liste della Camera ci sono 190 candidati sotto i 40 anni, il doppio di quelli della passata legislatura presentati sotto il simbolo dell’Ulivo. Di questi, 4 sono capilista, seguiti dal segretario del Partito e ne saranno eletti da 30 a 60, rispetto ai 12 presenti nei gruppi dell’Ulivo. “Il successo di questa operazione di ricambio generazionale è stato recentemente confermato da un sondaggio Ipso, che ha illustrato le preferenze dei giovani che voteranno per la prima volta alle elezioni politiche del 13-14 aprile – conclude Giacon – Il Pd è 10 punti sopra il Pdl, attrae infatti il 31% degli elettori più giovani mentre il Pdl si arena al 21%. E la forbice sta crescendo come testimonia la massiccia presenza di giovani nel tour di Veltroni”.

Paolo Giacon
Potete trovare il testo della dichiarazione anche QUI

27 marzo 2008

Il mondo non boicotterà la Cina

James Fallows per The Atlantic : “La Cina ha aperto le porte ai mercati mondiali da 25 anni. Da allora i leader del Paese hanno tenuto deliberatamente basso il tenore di vita dei loro cittadini e hanno alto quello degli statunitensi. Si spiega così l’enorme eccedenza della bilancia commerciale cinese – più di 1.400 miliardi di dollari che crescono al ritmo di un miliardo al giorno – investita soprattutto in titoli del tesoro statunitense. Di fatto, negli ultimi anni ogni abitante della (ricca) America ha preso in prestito circa 4.000 dollari da un cittadino della (povera) Repubblica Popolare Cinese.”Ecco cosa lega il più forte stato autoritario alla democrazia più potente del Globo e perché il Mondo sta ripagando con una imbarazzata impotenza la disperata rivolta tibetana.Siamo di fronte ad un paradosso che sembra l’avverare una profezia marxista: il più grande Paese comunista tiene in scacco la terremotata economia mondiale; lasciare o stringere la presa non gli conviene, ma se qualcuno disturbasse con troppe domande e discorsi umanitari non si esclude il ricorso a qualche strizzatina: lo strumento è il fondo sovrano di investimento all’estero e le sue agenzie con il quale il P.c.c. influenza imprese e governi occidentali.

Lo sanno bene gli stati UE che hanno già accantonato l’ipotesi di boicottaggio. Lo sa bene l’Italia che ha quasi l’80% di prodotti di largo consumo proveniente di fatto dalla Cina. Inoltre l’Impero di Mezzo siede nei consigli di amministrazione delle banche americane, puntellandone le mura, e sostiene i fondi di investimento dei pensionati occidentali con il lavoro sottopagato dei lavoratori cinesi. L’invio di osservatori ONU in un Paese che siede nel Consiglio di sicurezza appare una soluzione parziale. i confini cinesi sono custoditi dal più grande esercito del mondo, dotato degli ultimi ritrovati occidentali e russi e delle nuove tecnologie spaziali autoctone. La Cina è il motore della globalizzazione e la drammatica conferma che il libero mercato funziona (purtroppo) anche senza libertà civili. Gli unici standard che Hu Jintao e compagni sono disposti a rispettare sono quelli del liberismo globalizzato.

Forse il boicottaggio farebbe molto più male a chi lo attua che alla Cina; di certo non possiamo contare sulle grandi marche sportive che finanziano le olimpiadi o sulle televisioni che da tempo hanno acquistato i diritti per i giochi. Secondo Bush l'eventuale decisione di rinunciare dovrebbe riguardare gli atleti. Anche il Dalai Lama si è pronunciato contro il boicottaggio.

Sul fronte italiano il segretario del Coni e capo delegazione a Pechino Raffaele Pagnozzi ha spiegato che Pugni alzati di Smith e Carlos a Messico '68 in chiave tibetana «sarebbero sbagliati verso i tanti cinesi che si aspettano aperture grazie alle Olimpiadi e che invece subirebbero restrizioni. Il tutto e subito è impossibile da ottenere». I decision-makers occidentali si sono chiaramente espressi.

Intanto, una tedofora thailandese, l'ecologista Narisa Chakrabongse, presidente della Green World Foundation,ha annunciato che non porterà la fiamma olimpica in segno di protesta. La Farnesina chiede una missione europea a Pechino per discutere la situazione del Tibet, a seguire il presidente del Parlamento europeo Poettering chiede che capi di Stato e di Governo facciano sapere a Pechino che diserteranno la cerimonia di apertura l’8 agosto se la Cina non dimostrerà di rispettare gli impegni assunti sui diritti umani al momento dell’assegnazione. E’ anche la richiesta di Human Rigths Watch e Reporter sans Frontieres cui ha già aderito, unico finora in Europa, il ministro degli Esteri francese Kouchner.

I Giochi nell’antichità erano istituiti in onore di divinità o per onorare un defunto consentendogli un più agile passaggio ultraterreno. Si pensava che il sangue ed il sudore versati in questa occasione fossero fonte di energia per il defunto. Se proprio boicottaggio non sarà allora sogno la bandiera tibetana sventolata dal podio: lo dobbiamo a quanti sono morti in questa repressione ma è la politica innanzitutto che noi cittadini dobbiamo chiamare alla responsabilità, non gli atleti, perché quando i diritti umani sono in pericolo allora anche tutti noi lo siamo.

Quale sarà la scelta dei nostri rappresentanti lo sappiamo e temo i finali possibili di questa storia. Il più realistico nasce da un presente poco incoraggiante che vede lo spegnersi della rivolta nel silenzio e il sangue smacchiato dalle strade. La Cina darà un incredibile spettacolo di grazia armoniosa ed i giornalisti occidentali, embedded, ci racconteranno le meraviglie della crescita cinese in zone vuotate dai poveri e in città ripulite temporaneamente dallo smog. Celebreranno le lodi dello sviluppo infinito, della crescita del PIL a due cifre che innalza altissimi grattacieli pacchiani, e i fantasmi dei monaci tibetani schiariranno nell’abbagliante luce del suo progresso senza regole al quale fa da cornice un impenetrabile ed inflessibile comunismo asiatico, che si specchia nel turbo-capitalismo ma che, impassibile, non si adatta alle nostre speranze di democrazia. Il secondo finale nasce dal passato. Mosca 1980, i Giochi Olimpici si tengono in piena Guerra Fredda. Una super potenza autoritaria viola il diritto alla libertà di un popolo con la forza: è l'armata sovietica in Afghanistan. Si crea un fronte pro - boicottaggio che vede in prima linea gli Stati Uniti: gli atleti italiani parteciperanno comunque. Nove anni dopo cadde l’Unione Sovietica.




Fabio Pagini Rizzato

25 marzo 2008

Seconda risurrezione..

Già lo avevamo detto una prima volta, ma poi i numerosi impegni politici ci avevano convinti a desistere..
Ora il blog può risorgere per la seconda volta!
Ci impegnamo a postare spesso qualcosa di nuovo. Voi...venite a trovarci!!
Powered By Blogger