Il Partito Democratico ha fatto questa campagna elettorale per vincere queste elezioni e governare il paese. Era difficile, la sapevamo, ma questo era l’obiettivo. Ed invece ci apprestiamo ad assistere all’insediamento del quarto governo Berlusconi.
Il risultato non è stato di per sé negativo (abbiamo guadagnato due punti percentuali rispetto al risultato dell’Ulivo del 2006), ma in una democrazia bipolare bisogna prendere più voti degli avversari o perlomeno prenderne pochi di meno. Nove punti di distacco sono davvero davvero troppi.
Abbiamo perso, dicevo, ma perché abbiamo perso?
Una causa appare evidente, la stessa dal 1994 ad oggi: Silvio Berlusconi controlla la quasi interezza del sistema radio-televisivo, e lo usa in maniera alquanto spregiudicata per rafforzare la propria posizione.
Colpa sua, colpa nostra che in sette anni di governo (1996-2001, 2006-2008) non siamo riusciti ad approvare né una serie legge sul conflitto di interessi, né una riforma complessiva del sistema radio-televisivo.
Ma è solo per questo che abbiamo perso, oppure abbiamo fatto degli errori politici? Errori di merito e di metodo che ci hanno allontanato dal consenso popolare?
A mio modo di vedere: ne abbiamo commessi. Ne individuo tre, senza alcune pretesa di esaustività, considerandoli però quelli elettoralmente più significativi.
Alla domanda “Perché abbiamo perso?” deve però seguire un’altra domanda, vale a dire “Come tornare a vincere?”: per questo proverò per ognuno dei tre errori ad individuare anche una via di uscita.
Errore n° 1: Il linguaggio e l’apertura. La sinistra da sempre parla in maniera troppo elaborata ed analitica. Le persone di cultura media non capiscono, o magari capiscono ma restano perplesse dalla fumosità del discorso. La destra, in maniera spesso demagogica, parla chiaro.
Bisogna imparare a comunicare, ma non bisogna farlo solo per prendere i voti, nell’ottica “ed adesso come la spiego l’ovvia verità che ho in tasca a questi qua che non capiscono nulla?!”.
Dobbiamo interiorizzare la cultura pienamente democratica della partecipazione continua, del dialogo con tutti i cittadini ad ogni livello: il riformismo imposto dall’alto, che tanto ricorda il dispotismo illuminato, non paga. Dobbiamo tornare a fare politica nelle scuole, nella università, nelle piazze, nei bar, non nelle stanze delle sedi di partito. Trovare il modo di parlare anche a quella parte di paese che di sinistra non lo è mai stata, e forse mai neanche lo sarà, ma che ci chiede risposte alle esigenze concrete della vita di tutti i giorni. Un modo può essere forse cominciare ad organizzare incontri ed iniziative che attirino molte persone, tralasciando magari di invitare soltanto personaggi del partito o comunque con esso schierati, ma chiamando come ospiti anche persone un po’ “scomode”, che parlano ad un pubblico più ampio.
Errore n° 2: I temi. Il centro-sinistra ha sottovalutato in questi anni un tema fondamentale, che la Lega ha poi utilizzato in queste elezioni per ottenere un risultato notevole: il federalismo. Dobbiamo capire che l’idea che la ricchezza prodotta su di un territorio debba in buona parte restare su tale territorio, può essere di sinistra. Infatti, salva l’esistenza di sistemi di solidarietà per le zone più svantaggiate del paese e di una cornice di coordinamento, se i soldi vengono gestiti da chi è più legato al territorio, sarà più facile sostenere effettivamente chi in quel territorio è più debole.
Propongo di rilanciare questo tema elaborando in tempi stretti una grande proposta nazionale che leghi federalismo fiscale e funzione solidaristica degli enti locali, anticipando la Lega sul suo terreno.
Errore n°3: La sicurezza. Una delle istanze più forti che vengono dagli italiani in questo periodo storico è quella di poter camminare tranquillamente nelle proprie città, senza timore di subire violenza od anche solo intimidazioni da qualcuno. Anche su questo il centro-sinistra ha taciuto per molto tempo, salvo poi recuperare il tema senza portare però una posizione originale. Se sia noi sia la destra diciamo “tolleranza zero”, perché un cittadino dovrebbe votare per la copia e non per l’originale? Secondo me il Partito Democratico dovrebbe legare la questione della sicurezza a quella della legalità. Il messaggio dovrebbe essere: le regole devono essere rispettate da tutti perché il loro rispetto è la base della democrazia; chi le viola deve pagare, sia che sia un politico corrotto, sia che sia uno scippatore o spacciatore di droga delle periferie urbane. Con questo argomento si può forse mettere in difficoltà la destra, che parla di sicurezza ma che poi delegittima la magistratura ed accorcia i tempi di prescrizione per salvare Previti..
Penso che Walter Veltroni abbia fatto una campagna elettorale molto positiva, parlando alla gente con linguaggio semplice ed inserendo nel proprio programma numerose proposte su sicurezza e federalismo. Ma in tre mesi era difficile correggere gli errori degli anni precedenti.
Adesso abbiamo di fronte a noi un (purtroppo) lungo periodo di opposizione: credo sia arrivato il momento di svolgere appieno queste riflessioni.
Così forse, alle prossime elezioni, potremo tornare, con cognizione di causa, a dire: si può fare!
Matteo Corbo