30 settembre 2008

Regolamento per le Primarie Giovanili del 17-18 ottobre

Art. 1 Costituzione dell’organizzazione giovanile del PD
1.L’organizzazione giovanile del PD si costituisce mediante elezioni primarie aperte a tutti i giovani di età compresa tra i 14 e i 29 anni che sottoscrivono l’Appello per l’Organizzazione Giovanile del Partito Democratico, nel proprio territorio di appartenenza.
2.I partecipanti alle primarie, al momento del voto, versano la cifra di 1€ quale contributo all’autofinanziamento per lo svolgimento delle stesse.
3. Le elezioni primarie si terranno su tutto il territorio nazionale, il 17 e 18 ottobre.
4.I seggi rimarranno aperti dalle 10 alle 18 il 17 ottobre e dalle 14 alle 24 il 18 ottobre, fatto salvo per seggi speciali individuati in accordo con il CPR.

Art. 2 Il “Manifesto fondativo”Il “Manifesto Fondativo” dell’organizzazione giovanile del PD, nello spirito della più ampia partecipazione, viene elaborato dal Tavolo Nazionale entro il 28 di settembre e rappresenta la base per la discussione politica nelle Assemblee Fondative Territoriali.

Art 3 Il Comitato Promotore Nazionale (CPN)
Il Comitato Promotore Nazionale coordina la fase costituente dell’organizzazione giovanile del PD. E’ convocato e presieduto da un dirigente del partito incaricato dal segretario politico.
Il CPN:
• Predispone la bozza di “Manifesto Fondativo”, lo inoltra ai Comitati promotori Regionali e Provinciali e ne cura la pubblicità e la più ampia diffusione fino alle Assemblee Fondative Territoriali.
• Predispone la Bozza di Statuto Nazionale che sarà emendata e approvata dall’Assemblea Costituente Nazionale
• Raccoglie le candidature a Segretario Nazionale ai sensi dell’art 6 comma 1 del regolamento• Nomina i Comitati Promotori Regionali, composto ognuno da 5 a 15 componenti.
• In base al numero di componenti dell’Assemblea Nazionale stabilito all’art. 10 comma 1 del regolamento assegna ad ogni Provincia, in base ad un riparto Regionale, il numero loro spettante di delegati in ragione, per il 50% in base alla popolazione di ogni regione e per il restane 50% delle percentuali prese dal PD nelle elezioni della Camera dei Deputati in ogni singola regione.
• Decade al momento dell’elezione della presidenza dell’assemblea Nazionale.

Art 4 Il Comitato Promotore Regionale (CPR)
Il Comitato Promotore Regionale coordina lo svolgimento delle elezioni primarie dell’organizzazione in ciascuna regione.
Il CPR:
• Nomina i Comitati Promotori Provinciali composto ognuno tra i 5 e i 15 componenti.• Nomina il collegio regionale dei garanti composto da 3 componenti.
• Svolge le funzioni di Presidenza dell’Assemblea Costituente Regionale.• Decade al momento dell’elezione dell’assemblea Nazionale e Regionale.

Art 5 Il Comitato Promotore Provinciale (CPP)
Il Comitato Promotore Provinciale coordina la fase costituente dell’organizzazione in ciascuna provincia.
Il CPP:
• Coordina le primarie nel proprio territorio, garantendone il regolare svolgimento.
• Individua e gestisce l’apertura dei seggi elettorali. Per l’apertura di un seggio il CPP assicura, preventivamente, la presenza di un presidente e di minimo due scrutatori. Il numero dei seggi non potrò essere inferiore alla metà dei delegati assegnati ad ogni provincia.
• Assicura la massima partecipazione alle Assemblee Fondative Territoriali o d’Ambiente ed il regolare svolgimento delle stesse. Accoglie le dichiarazioni di intenti o gli ordini del giorno presentati, discussi nelle Assemblee Fondative Territoriali o d’Ambiente.
•Istruisce la presentazione degli stessi nelle Assemblee Regionali.
•Decade al momento della convocazione dell’assemblea nazionale.

Art 6 Candidatura a Segretario nazionale
1. La candidatura a Segretario nazionale deve essere presentata al CPN entro il 3 ottobre e deve essere corredata da almeno 600 firme in non meno di 5 regioni e almeno 50 in ognuna di esse raccolte su moduli nazionali scaricabili dal sito del Pd. Ciascun candidato, oltre a sottoscrivere il manifesto dell’organizzazione, è tenuto a presentare un proprio documento politico d’intenti.
2. Il segretario Nazionale è eletto mediante elezioni Primarie aperte a tutti i giovani tra i 14 e i 29 anni lo stesso giorno delle elezioni per i delegati all’Assemblea Nazionale e Regionale.

Art 7 Assemblee fondative, territoriali o di ambiente
1. Per favorire la più diffusa partecipazione possibile alle elezioni primarie e per stimolare la più ampia ed approfondita discussione politica sono organizzate Assemblee Fondative di carattere Territoriale o di Ambiente.
2. In tutte le Assemblee Fondative Territoriali o di Ambiente devono essere previste sedute di discussione e sul Manifesto Fondativo e sui documenti politici.
3. Le Assemblee Fondative Territoriali o di Ambiente si terranno tra il 4 e il 15 ottobre e saranno promosse dai CPP.
4. I nomi dei partecipanti verranno registrati in un apposito elenco dei partecipanti.

Art 8 Elezioni dei delegati all’Assemblea Nazionale.
1. Tutti i partecipanti alle Elezioni Primarie, previo il pagamento di 1 € e la sottoscrizione dell’Appello acquisiscono il titolo di fondatori dell’organizzazione giovanile del PD.
2. I dati dei partecipanti verranno registrati in un apposito albo degli aderenti.
3. Sarà cura della Presidenza del Seggio e riportare i risultati della discussione delle votazioni al CPP, nonché l’elenco dei partecipanti.
4. I delegati all’Assemblea Nazionale si eleggono con una lista unica aperta e la preferenza singola di genere. Ogni candidato può presentare la propria candidatura al CPP entro i tre giorni precedenti il giorno delle votazioni presentando un minimo di 30 firme. Ogni persona può firmare a sostegno di una singola candidatura.
5. Nel locale del seggio devono essere esposte le liste dei candidati e delle candidate a delegato.
6. Sarà cura del Presidente del seggio riportare al CPP i risultati delle votazioni.
7. Il CPP, d’intesa con il CPR e seguendo la normativa del CPN, prevede all’interno del territorio provinciale, l’ubicazione dei seggi che concorreranno alla elezione dei delegati all’Assemblea Costituente Nazionale. Per favorire la più diffusa partecipazione possibile alle Primarie tali luoghi dovranno essere luoghi di massima visibilità e presenza giovanile ( piazze, luoghi di studio, ecc…)

Art 9 Elezioni dei delegati all’Assemblea Regionale
1. Nello stesso giorno e negli stessi luoghi delle elezioni dei delegati all’Assemblea Nazionale avvengono le elezioni dei delegati all’Assemblea Regionale.
2. I delegati all’Assemblea Regionale si eleggono con una lista unica aperta e la preferenza singola di genere. Ogni candidato può presentare la propria candidatura al CPP entro i tre giorni precedenti il giorno delle votazioni presentando un minimo di 15 firme. Ogni persona può firmare a sostegno di una singola candidatura.
3. Nelle vicinanze del seggio devono essere esposte le liste dei candidati e delle candidate a delegato.

Art 10 L’assemblea nazionale
L’assemblea nazionale è composta da 1000 membri eletti in rappresentanza delle diverse realtà regionali.
• Proclama Segretario Nazionale il candidato che ha ottenuto la maggioranza assoluta dei voti, espressi in maniera libera e segreta.
• Qualora il documento presentato dal candidato non fosse approvato nella modalità suddetta si provvederà all’elezione del Segretario nazionale con voto segreto di tutti i costituenti nazionali.• Emenda ed approva il Manifesto Fondativo.
• Elegge la direzione nazionale.
• Vota nome e simbolo dell’organizzazione.
• Approva lo statuto ( vedi partito!)
• Definisce il percorso di costruzione dei livelli territoriali.
• Convoca il primo congresso dell’organizzazione giovanile.
• Compie tutti gli adempimenti che l’assemblea stessa riterrà opportuno e svolge tutte le funzioni che gli saranno delegate dallo statuto nazionale.

Art 11 L’Assemblea Regionale
L’assemblea regionale è composta un numero di membri eletti in rappresentanza delle diverse realtà provinciali
• E’ l’organo di coordinamento e direzione politica dell’organizzazione giovanile all’interno del territorio regionale.

Art 12 Partecipazione on line
Il “Manifesto fondativo” sarà pubblicato on line su www.partitodemocratico.it i commenti,le osservazioni, le proposte di emendamento al manifesto raccolte via internet, saranno oggetto di discussione delle assemblee Fondative.

Art 13 Norme transitorie
1. Gli eletti di ciascuna provincia in assemblea regionale e nazionale hanno funzione di coordinamento politico fino a elezione degli organi territoriali;
2. L’ assemblea Regionale viene convocata per la prima volta dal CPR regionale;
3. Per quanto non previsto nel presente Regolamento si fa riferimento allo Statuto del PD e alle ulteriori deliberazioni del CPN che saranno emanate solamente ad integrazione del presente regolamento.
4. L’applicazione del presente regolamento è responsabilità del CPN che si costituirà in Ufficio Tecnico anche suddividendosi in commissioni al fine di garantire il corretto svolgimento del percorso costituente.

25 settembre 2008

Alitalia, firma vicina: Silvio come la Tatcher?Non scerziamo!

Su Alitalia pare vicino l’accordo.
Sta per partire quindi la grande macchina della mistifcazione.
Silvio ha risolto il problema, esattamente come ha fatto con i rifiuti di Napoli. E l’opposizione ha messo i bastoni tra le ruote, infischiandosene degli interessi del paese.
La storia è ben diversa e si fa presto a raccontarla.
Silvio qualche mese fa ha messo i bastoni tra le ruote al governo in carica, mettendo in fuga, complice Epifani, la miglior offerta possibile per Alitalia, quella di Air France.

I francesi garantivano il pagamento dei debiti e il rilancio della compagnia, in cambio, ma mi sembra ragionevole, volevano averne il timone.
Messi in fuga i francesi, Silvio mette in campo la cordata dei Capitani Coraggiosi ( Cai) che però hanno il fiato corto dal punto di vista economico e non hanno il know how necessario quindi prospettano non solo tagli colossali di personale, ma indirizzano la compagniad un ruolo provinciale, di piccolo cabotaggio ( la cosiddetta compagnia “di bandierina”).
Cgil, piloti e Pd ( Veltroni) insistono perchè si trovi un partner estero.
Paventando un ritorno all’origine, cioè alla soluzione osteggiata in campagna elettorale, Silvio dice: “O Cai o morte” “O si accetta il piano della cordata italiana o si va al fallimento”.
Gli antagonisti non cedono. E l’accordo che oggi si profila, dando loro ragione, prevede finalmente il socio straniero ( Air France o Lufthansa).
Il quale socio straniero prima o poi prenderà il controllo della compagnia.
Gioco dell’oca, ritorno al via?
Certo, ma con una piccola differenza: il socio straniero prenderà possesso della compagnia senza accollarsene i debiti, mentre Air France a marzo era disponibile a farlo.
Il risultato di Silvio è quindi quello di aver messo ( inutimente, visto che si poteva fare diversamente) le mani nelle tasche degli italiani, ognuno dei quali ( neonati e moribondi compresi) dovrà tirare fuori con questa soluzione 100 euro a testa.
Vittoria di Silvio?
Non scherziamo: gestione disastrosa condotta con cinismo e dilettantismo.
Ma il can can mediatico è pronto: W Silvio, nuovo Tatcher…

Vincenzo Cusumano

23 settembre 2008

IL DIBATTITO SULL'UNIVERSITÀ ITALIANA

Università, Giacon: "Sacconi contraddice se stesso e offende gli atenei del Nordest"
"Il ministro si preoccupi di precarietà e non della qualità dei nostri ingegneri"
Dopo i tagli indiscriminati della finanziaria (una riduzione di 63,5 milioni al fondo ordinario per le università nel 2009 e di oltre 400 milioni dal 2010 al 2013) e l'inutile e controproducente idea di sostituire i finanziamenti pubblici all'università con contributi privati, l'esecutivo Berlusconi lancia un'altra bordata contro gli atenei. Il Partito Democratico del Veneto reagisce alle provocazioni lanciate da Cortina dal ministro del Lavoro Sacconi.
"Avevamo già capito che i ministri Tremonti e Gelmini avevano intenzione di minare strutturalmente il sistema delle università italiane, ma non ci aspettavamo che un ministro come quello del Lavoro, per altro accreditato come rappresentante delle esigenze del Veneto a Roma, se la prendesse con gli Atenei del Nordest." Lo afferma Paolo Giacon, dell'esecutivo regionale del Veneto, in risposta delle parole del ministro Sacconi che ha bollato le università del Nordest come "autoreferenziali e troppo impegnate a produrre ingegneri per la Nasa e assai meno per l'utilizzo ordinario".
"La dichiarazione del ministro offende l'eccellenza dei nostri Atenei - attacca Giacon- ed in particolare il lavoro di tanti docenti che operano nelle nostre università e di quei ricercatori che all'estero vengono apprezzati ed adeguatamente ricompensati. Sacconi dovrebbe rallegrarsi della qualità dei nostri laureati ed invece si permette di umiliare i ricercatori italiani all'estero. Le parole pronunciate da Sacconi contengono un'evidente contraddizione: come può un ateneo "autoreferenziale" e chiuso in se stesso, essere in contatto con centri di eccellenza come la Nasa, il CERN di Ginevra, il MIT di Boston? Forse non è cosi autoreferenziale come pensa il nostro ministro!"
E Giacon rincara la dose: "Sacconi dimostra di non conoscere la realtà universitaria, e (aspetto ben più grave per un ministro con la delega al lavoro!), dimostra di non conoscere la situazione occupazionale dei nostri laureati in ingegneria. Invito il ministro a consultare gli esiti dell'indagine annuale Alma Laurea. Scoprirà che gli studenti di ingegneria sono soddisfatti della formazione ricevuta, così come sono soddisfatte le aziende del Nordest che li assumono come innovatori, manager, collaboratori".
"I dati parlano chiaro - conclude il dirigente del PD - a distanza di un anno dalla laurea l'87% dei laureati in ingegneria a Padova è occupato, mentre a cinque anni dalla laurea più del 97% dei laureati in ingegneria trova un occupazione. Piuttosto, il ministro dovrebbe spiegarci perché ad un anno dalla laurea oltre il 42 per cento dei laureati in ingegneria ha un contratto atipico e precario e quali siano i progetti dell'esecutivo Berlusconi per favorire l'occupazione stabile dei laureati."
Comunicato Stampa
Partito Democratico
del Veneto

22 settembre 2008

ORA E SEMPRE RESISTENZA

Quando il relativismo smette di essere un approccio critico dialettico libero da dogmi e si trasforma in nichilismo valoriale;
quando la costituzione smette di essere la bussola ideale e programmatica dell'azione delle istituzioni e diventa un reperto archeologico da superare;
quando i contenuti smettono di essere l'elemento differenziale tra i partiti, e i partiti si riducono a strumenti di gestione del potere il cui fine essenziale è la loro stessa perpetuazione;
quando il voto popolare è sempre più condizionato dai mass-media e si trasforma da voto d'opinione a voto di scambio;
quando la politica si trasforma in "video politica" e l'elettore in "video bambino" che vota sulla base di suggestioni mediatiche superficiali;
quando la risposta all'offensiva del terrorismo internazionale passa per delle gravi limitazioni delle libertà civili e delle garanzie giurisdizionali;
quando le continue invasioni del potere esecutivo nel legislativo e nel giurisdizionale mettono in crisi la tenuta democratica e ci avvicinano all'immoginario di un regime dolce e dai tratti smussati;
quando Gentilini, come in questo video, parla di rivoluzione intendendola come scardinamento dei principi fondamentali su cui si basa la nostra repubblica;
quando l'indignazione cede il passo all'indifferenza;

quando assistiamo a tutto questo il nostro grido deve levarsi piu forte del mormorio continuo di chi ha chinato il capo:
ORA E SEMPRE RESISTENZA!



Vincenzo Cusumano

21 settembre 2008

L'OTTAVO NANO

Il ministro Brunetta con evidente slancio di autoironia ha invitato tutti a spedire le vignette più satiriche sulle sue iniziative al sito del ministero della pubblica amministrazione.Questa è a mio giudizio la più divertente.




Vincenzo Cusumano

20 settembre 2008

Abdul, 19 anni, Milano, Italia

Era italiano, ma non era bianco.
Se invece di chiamarsi Abdul si fosse chiamato Marco, forse, le sprangate non sarebbero arrivate.
Ma il diciannovenne ucciso nell’alba più grigia di Milano era originario del Burkina Faso, aveva la pelle color ebano e gli occhi grandi.
Due italiani hanno aggredito lui e i suoi amici, John e Samir. Nemmeno John e Samir erano bianchi.Li hanno assaliti accusandoli di aver rubato dei biscotti. Dall’accusa alla lite. Dalla lite alla rissa. Dalla rissa all’omicidio. John e Samir hanno corso più veloce di Adbul.
Colpito a sprangate dal più giovane degli aggressori, Abdul, quel “ladro, negro di merda”, è morto, dopo essere stato portato all’ospedale. Dopo sette ore e mezza di agonia.
Una lite banale sfociata in tragedia?
Forse.
Il Sindaco di Milano Letizia Moratti ha voluto sottolineare come "questo genere di comportamenti e atti di tale crudeltà non appartengano ai milanesi e alla nostra comunità, per storia evocazione aperta invece alla tolleranza, alla accoglienza e alla convivenza civile".
Sta di fatto che nella tollerante e accogliente Milano, come in tante altre tolleranti e accoglienti città italiane, gli episodi di violenza a sfondo razziale stanno diventando così frequenti da rendere impossibile classificarli semplicemente come storie di ordinaria follia.
Le gocce, poco a poco, scavano le rocce.
Lentamente, inesorabilmente, profondamente. Dall’insulto all’aggressione, dal pregiudizio alla persecuzione. Il “diverso” che minaccia, che non vale quanto noi, che merita la “tolleranza zero”.
La stessa di cui si riempiono la bocca i nostri politici, dopotutto.
Certo, non che qualcuno dei nostri ministri arrivi a dire che si possano offendere, mortificare e aggredire i "diversi".
Non c'è nessuno, tra coloro che hanno personalità e sani principi, che pensi che quegli slogan roboanti, quegli inni alla “tolleranza zero”, incoraggino e giustifichino comportamenti criminali.
Ma non tutti hanno personalità e sani principi.
C’è anche chi, passata la vita a lubrificare i muscoli, a coltivare pregiudizi, grazie a quegli slogan si sente incoraggiato o giustificato ad agire.
La deriva potrebbe non essere così lontana; le rocce, prima o poi, franano sempre.


Giulia Cusumano (articolo 21)

18 settembre 2008

Andreotti, Dell'Utri, Cuffaro: grazie a Blu notte che ci aiuta a non dimenticare.

Grande puntata di BLU NOTTE qualche sera fa.

Siamo da tempo il paese della mistificazione del presente e della rimozione del passato.

E' giusto quindi che qualcuno ci rinfreschi la memoria sulle cose che sono accadute.

Anche quando sono accadute da così poco tempo e sono così vergognose da immaginarle indelebili e indimenticabili.


Ma siamo ormai diventati il Paese dei Campanelli, il paese in cui è facile dimenticare i torti e le umiliazioni subite perchè, più che la vigilanza della memoria, conta il quieto vivere ( dei giornalisti che tengono famiglia e dei sudditi narcotizzati dall'informazione di regime).

Fa bene allora Lucarelli, magistrale conduttore di Blu notte a ricordarci da par suo

1) che Andreotti è stato assolto dal reato di collusione mafiosa per gli anni fino al 1980 solo per prescrizione ( avendo la sentenza della Cassazione ritenuto provato, fino a tale data, il rapporto organico tra il pluripresidente del consiglio e l'onorata società)

2) che Dell'Utri non è solo un elegante bibliofilo e un formidabile organizzatore di forze di vendita prima e di partiti poi,

3) che Vittorio Mangano non era solo uno stalliere

4) che Totò Cuffaro, per sette anni Governatore della Sicilia, già da giovane aveva deciso da che parte stare, quando al Costanzo Show insultava Falcone, sostenendo che le sue indagini sulla mafia infangavano il buon nome della Sicilia.

Fa bene Lucarelli a farci risentire la telefonata con la quale Silvio Berlusconi, oggi nostro presidente del consiglio, invece di correre a denunciare alla polizia un estorsore mafioso ( lo stesso che aveva ingaggiato come stalliere) , si limitava a definire "affettuosa" la bomba di avvertimento esplosa davanti alla sua villa.

Grazie a quei pochi, sempre meno, che ci aiutano a non dimenticare.


Vincenzo Cusumano

8 settembre 2008

7 settembre 2008

NESSUNO TOCCHI WALTER

L’ultimo è stato Arturo Parisi, che ha accusato Veltroni di essere un leader peggiore rispetto a Berlusconi. Ma prima di lui era venuta la nascita di correnti e correntine all’interno del partito, miranti a difendere i più svariati interessi personali. E, per un Parisi che col suo solito tono provocatorio, attacca frontalmente, vi sono altri leader di partito che, al coperto di dichiarazioni di stima al segretario, lavorano giorno e notte alla sua delegittimazione.
Ed allora io dico basta
Dico basta e domando a questi signori: cosa sarebbe il partito senza Walter Veltroni? Quale è l’alternativa? Perché la verità è che non c’è alcuna alternativa.
Il Pd è nato con Veltroni, grazie a lui ha coinvolto milioni di persone nelle primarie del 14 ottobre, con lui ha rinnovato, almeno parzialmente la vecchia classe dirigente di Ds e Margherita.
Veltroni ha guidato il partito ad una tornata elettorale difficilissima, maledettamente vicina alla nascita del partito. Senza organizzazione, senza nemmeno un chiaro contesto valoriale, ma soprattutto segnati dalla negativa esperienza del governo Prodi, soprattutto in termini di consenso.
Nonostante che la sconfitta fosse pressoché certa, la candidatura di Veltroni ha creato un grande entusiasmo, dando l’idea di una possibile rimonta. Rimonta che purtroppo non c’è stata, o c’è stata soltanto in minima parte. E questo è un problema, uno spunto su cui riflettere, emblematico della distanza fra la sinistra ed il paese. Ma non mi si dica che la colpa è tutta di Veltroni, che ha combattuto con valore una battaglia che tutti davano per persa, limitando i danni.
Il punto più importante è d’altra parte questo: il Pd è in crisi, in grave crisi. Se ne esce tornando al partito degli apparati? Se ne esce con dieci correnti contrapposte? Se ne esce con i signori delle tessere che si spartiscono i posti?
Secondo me se ne esce continuando sulla strada delle primarie e del rinnovamento. Insomma, non con meno Veltroni., ma con più Veltroni. E questo, si badi, non vuol dire inibire il dibattito interno: le opinioni contrarie al segretario sono ben accette e possono anzi essere un buono stimolo per la discussione, ma devono essere esplicite e portate al voto negli organismi preposti. Eventualmente, si vada ad un congresso per risolvere una volta per tutte la questione del leader. Ma basta, basta, basta correnti e giochetti sotto banco. Basta delegittimare il segretario. Perché a forza di tirarla, a volte la corda si spezza. E se si spezza, saranno dolori per tutti, anche per i signori delle tessere.


Matteo Corbo

5 settembre 2008

Quattro passi per avere fiducia

«La fiducia» scrisse Hannah Arendt «non è una vuota illusione, e alla fine, è l’unica cosa che può far sì che il nostro mondo privato non diventi un inferno».
La fiducia, allora, è insieme qualcosa di concreto ed essenziale. Non possiamo farne a meno. Se non l'abbiamo, dobbiamo inventarcela.
Tra i vialetti e gli stand della prima festa del Partito democratico sono in cerca di motivi di fiducia. Non sono la sola: una sparuta processione di volti conosciuti da una vita, nelle sezioni, nei dibattiti, nelle file per le primarie. Un anno fa, in questo inizio di settembre era cominciata l’organizzazione dell’evento che avrebbe eletto Veltroni primo segretario del nuovo partito. Poi è accaduto di tutto: stesse facce al vertice, parlamentari nominati e scelti dalle correnti, elezioni straperse, e un governo di destra, pericoloso e imbroglione. Prospettive? Zero o giù di lì.
Voglia di reagire, non ne parliamo. Opinione pubblica, preoccupata del bene comune, inesistente, secondo la discussione innescata da Moretti.
«Prima o poi dovremo rassegnarci a fare l’opposizione» ci dice un depresso Altan nella sua ultima vignetta.
Forse non è qui che si deve venire a cercare fiducia e speranza. Qui sono anche fisicamente riconoscibili gli scontri estivi fra amministratori e responsabili politici del Pd. Si aspetta Veltroni, tra qualche giorno, reduce dalla speranza americana, a ridare qualcosa a questa gente, che nell’attesa concede il suo applauso a Antonio Di Pietro per la sua posizione sulla giustizia. Consoliamoci pensando che le feste di partito contano sempre meno, sostituite da manifestazioni diverse, come, dice “Il Corriere della sera” i dibattiti culturali di Cortina. Anche se è noto che la perla delle Dolomiti non è proprio la vacanza alla portata della classe operaia. Che per altro non c’è più, o è talmente preoccupata da altre cose essenziali per sopravvivere che difficilmente avrebbe voglia di ispirarsi all’ombra delle Tofane.
Ma, dice Hannah Arendt, della fiducia non si può fare a meno.
Provo a dire alcune cose che mi ridarebbero fiducia.
1): la certezza e dunque una solenne riaffermazione, che, come ha detto Gustavo Zagrebelsky a luglio, nell’incontro milanese di Libertà e Giustizia «non si può barattare un principio con una presunta utilità» e dunque che sui principi bisogna essere «fermamente intransigenti», pretendendo il rispetto dei «fondamentali della democrazia». Non usciremo da questa crisi di fiducia, di speranza, di assenza di opinione pubblica se penseremo che questo è il tempo di compromessi sui principi.
2): L’opposizione alla non-cultura del governo Berlusconi deve essere decisa, forte, visibile. Qualcuno pensa che Barack Obama avrebbe vinto le primarie o avrebbe chance nella corsa alla Casa Bianca se non avesse indicato chiaramente in Bush e in Mc Cain l’avversario da sconfiggere per il bene del Paese, se non avesse specificato punto per punto la differenza del suo progetto sociale e politico, se non avesse approfondito e non appianato il solco tra lui e l’altro? Se Obama non vincerà non sarà certo per il coraggio con il quale ha attaccato, ma per il colore della sua pelle. Ma io credo che vincerà e dimostrerà al mondo che cambiare si può.
3): l’opposizione deve essere “radicata” deve cioè poter contare su un partito che c’è, ed è radicato. Ma un partito non si radica sull’aria, ha bisogno di un terreno culturale, politico e soprattutto programmatico che per ora non c’è, e questo semplice fatto lo dicono tutti i leader del Pd. Serve tanto per cominciare un’agenda delle priorità. Quali sono le priorità del Pd per le settimane, i mesi a venire? Andrà dietro ai folli disegni del governo, penso alla giustizia ma non solo: federalismo cialtrone, scuole cancellate (e dove andranno a scuola i bambini che vivono in aree poco popolate? Li deporteremo tutti, o diremo che tornino a badare alle pecore, che la scuola è per i figli dei benestanti e basta?).
4): cercherà, il Pd, di riconquistare, Costituzione e regolamenti alla mano, un po’ di dignità e di potere al Parlamento o consentirà il progressivo impoverimento nel nome della rapidità delle decisioni e degli accresciuti poteri del Premier?
Ditelo, fatecelo sapere. Non solo perché è necessario a voi, a noi, per esistere e resistere.
Perché quel 25 ottobre che non arriva mai e che arriverà comunque quando i guasti maggiori saranno già stati compiuti, vorremmo anche noi cittadini depressi poter dire «Basta!» come lo ha detto Barack Obama. E trovare qualcosa di solido, la fiducia, appunto, per non tornare ai pomodori dietro casa (come ha detto Concita, a cui mando oltre al mio scontato affetto, quello di tutta Libertà e Giustizia).
Dopo la fine delle ideologie e poi dei partiti della prima Repubblica c’è stata la percezione che anche i principi fossero disponibili: giustizia uguale per tutti, diritti civili, dignità del lavoro, separazione dei poteri, libertà di opinione e di informazione. Come direbbe Obama, Berlusconi «just doesn’t get it», cioè non ne capisce nulla o non gliene importa nulla. Oppure ne capisce anche troppo e sa che su questo vuoto di diritti lui può fondare il suo potere forte. Perché tanto gli italiani non se ne accorgono nemmeno, presi come sono dalla difficoltà di arrivare alla terza settimana del mese o di programmare il futuro dei figli.
La fiducia, non dobbiamo perderla, affinché il nostro mondo privato non diventi un inferno. Ma nemmeno questo interminabile purgatorio è augurabile a chi sia riuscito a salvare un po’ di speranza.


Laura Bonsanti (Libertà e Giustizia)

3 settembre 2008

Pizza Alta Padovana

WHAT, WHERE, WHEN, WHO
Giovedì 25 settembre: PIZZA GIOVANI DEMOCRATICI dell'ALTA PADOVANA


Vi aspettiamo giovedì 25 settembre, ore 20.30, alla pizzeria Marechiaro di Cittadella (che si trova appena fuori da porta Treviso, davanti alla scuola media Luigi Pierobon).



WHY
"Il cambiamento può venire dal potere di molti, ma solo se i molti si uniranno insieme a formare una forza invincibile... la forza del singolo" (The power of one, regia di John G. Avildsen).

Vabbè, forse questo sembra più un incitamento stile "liberté, egalité, fraternité", mentre magari per invogliare a mangiare una pizza, in genere, basta dire che è molto buona ed eventualmente che costa poco -ed infatti vi invitiamo a mangiare una pizza che è molto buona e il prezzo è buono.

L'invito avrebbe potuto concludersi così, se l'altro giorno non avessi chiacchierato con un ragazzo/uomo (25 anni, insomma), il quale sosteneva che tanto i soldi girano sempre tra i soliti ricchi, specie petrolieri, che chi ha il potere sono i soliti pochi e tanto è tutto uguale e che non si può fare niente, perché chi non ha né soldi né potere non può che fare cose a cui è obbligato, che quando privatizzeranno l'acqua non ci sarà più niente da fare etc etc.. Insomma, quell'atteggiamento un po' superficiale, un po' menefreghista, un po' fatalista che io in genere chiamo: "voglia zero di impegnarsi in prima persona e tanta voglia di lamentarsi per niente", ma che in questo caso mi ha colpito particolarmente perché lui era VERAMENTE convinto di quello che diceva: era cioè convinto che esistano persone di serie A e serie B e che questa situazione sia immutabile. E convincere i ragazzi-uomini che fai parte dei pochi che decidono oppure sei uno di quei "singoli" che non hanno un minimo di "potere personale", il cui impegno è inutile perché tanto le cose non si possono cambiare, è una di quelle imprese che la mafia è riuscita sempre a compiere e dal quale sola ha tratto vantaggio. E sappiamo bene che la mafia non è un problema solo del Sud Italia.
Così, mentre a livello nazionale c'è un po' di confusione all'interno di questo Partito nuovo, fare veramente gruppo a livello locale, provinciale e regionale diventa l'unico modo per dare a questo partito davvero una "forza invincibile, formata dal potere di molti".Ho sentito parlare spesso della necessità di incontrarsi, ascoltarsi, dialogare, formarsi... Credo che quest'anno sia venuto per l'Alta Padovana il momento di fare la sua parte, iniziando magari con un po' di mozzarella e pomodoro, magari continuando con incontri di formazione comune, di incontri pubblici organizzati insieme e tutto quello che sarà necessario affinché 'sto partito/giovanile sia sì radicato nel territorio, ma soprattutto affinché diventi il mezzo grazie al quale le idee e la voglia di fare del ragazzino di Carmignano o della ragazzina di Onara diventino un ricchezza anche per chi abita a Montagnana (e viceversa, chiaramente).



VI ASPETTIAMO!


Laura Frigo


P.S.: se non avete mai visto il film citato, guardatelo!"

2 settembre 2008

Regolamento finanziario del PD: una vittoria per tutti i giovani democratici!

Generazione Democratica ha ottenuto un importante successo. Il 27 Agosto è stato approvato dall'Esecutivo del Partito Democratico di Padova il regolamento finanziario che prevede anche alcune norme sul rapporto finanziario tra il partito e l'organizzazione giovanile.

Da sempre G- dem si è battuta affinché la contrapposizione tra il "modello Sinistra giovanile" e il "modello Giovani della Margherita" venisse superata. Se da una parte riteniamo necessario e giusto l'autofinanziamento dall'altra crediamo che per salvaguardare l'autonomia dell'organizzazione giovanile e per avere la possibilità di crescere in termini di numeri e qualità, il partito debba stanziare un budget annuale che dovrà essere gestito in modo razionale e consapevole.

Sembra che questo principio, nonostante infinite discussioni con chi, oggi, sembra avere cambiato idea, sia passato. Siamo felici per il risultato ottenuto dai Giovani Democratici e per aver portato avanti un'istanza che, solo ora, è diventata comune a tutti.

Da oggi ci adopereremo affinché ciò che è stato deciso venga rispettato in modo da avere la possibilità di costruire un giovanile forte, autonomo e radicato su tutto il territorio.


Matteo Corbo ( Coordinamento regionale dei Giovani Democratici)
Paolo Tognon (Coordinamento provinciale dei Giovani Democratici)

Generazione Democratica
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