6 dicembre 2008

TREVISO: storia di una moschea errante

Venerdì 14 novembre a Cittadella i Giovani Democratici hanno organizzato la presentazione del libro "L'apartheid" di Toni Fontana, con l'autore, Mara Mabilia (docente universitaria di Padova) e Khalid, un giovane di orgine marocchina che fa parte del gruppo "Seconda Generazione".
Tra il pubblico (un'ottantina di persone) c'erano anche sei ragazzi dell'associazione Controluce, un'associazione culturale e di promozione sociale che opera a Maserada sul Piave, in provincia di Treviso. Questi ragazzi che si propongono, tra le altre cose, "di affrontare e approfondire i temi dell'attualità che appaiono sottovalutati o passati sotto silenzio", hanno montato un video sulla persecuzione che Gentilini, prima sindaco e ora vicesindaco, di Treviso ed altri sindaci della lega hanno fatto alla comunità islamica, negando in ogni modo un luogo di culto, culminato con la preghiera sui marciapiedi.
Giovedì 11 dicembre alle 21.00 proietteranno per la prima volta il video da loro realizzato (la locandina è qui) e ci hanno invitato a partecipare. E' bello ed importante vedere che a Treviso, monopolio leghista, ci sono ragazzi che non si arrendono alle politiche xenofobe e populiste dell'amministrazione. Putroppo una certa mentalità non si arresta nella provincia di Treviso e come Giovani Democratici di tutta la regione dobbiamo lottare contro le forme di intolleranza attuali e appoggiare le iniziative di quelle associazioni che ancora si battono per i diritti civili di tutti.

Laura Frigo

6 commenti:

Anonimo ha detto...

stranamente mi risulta da una statistica che Treviso è la città dove gli immigrati vivono meglio.

Anonimo ha detto...

stranamente mi risulta, da una statistica, che Treviso è la città dove gli immigrati vivono meglio.

Laura ha detto...

E' la statistica della Caritas 2007. Per essere precisi, secondo questa statistica Treviso è la città dove c'è maggiore integrazione.

Anonimo ha detto...

Grazie della precisazione, purtroppo la vecchiaia gioca brutti scherzi :-). Purtroppo le moschee non potranno essere realizzate perchè sarebbero un segno troppo evidente dell'integrazione e un Sindaco della Lega non riuscirebbe a giustificarsi di fronte al suo elettorato.

Laura ha detto...

Già, ma questa storia è ancora più sconvolgente: non hanno mai chiesto di costruire una moschea, ma solo di pregare in pace. Sono finiti in una palestra fornita da Benetton e il sindaco ha fatto guerra ai Benetton. Sono finiti in una sacrestia fornita da un prete e Gentilini ha fatto guerra alla chiesa. Hanno affittato un Capannone per pregare e mentre erano lì si sono presentati i vigili con una sindaca leghista perché l'edificio non è adibito a luogo di culto. Per carità, è vero, ma c'è da chiedersi se un capannone a norma per la produzione industriale sia pericoloso per chi ci stende un tappeto e cerca di pregare...
Insomma, una vera e propria guerra senza esclusione di colpi. Mentre a Padova la questione è: "Costruire o meno una moschea", a Treviso chiedono solo di essere lasciati in pace. Sono davvero cose che fanno riflettere, dal momento che ci attende un futuro multiculturale. Tra l'altro quella sera è venuto un ragazzo di origine marocchina che ha vissuto molto tempo a Roma, prima di trasferirsi per lavoro a Treviso. Raccontava di aver ricominciato a pregare proprio a Treviso, perché si sentiva tagliato fuori dal mondo e ha trovato soddisfato il proprio desiderio di socialità nella comunità islamica. Sono cose che fanno pensare.

Anonimo ha detto...

i paradossi made in Italy :), comunque complimenti per le tue risposte sempre chiare e ben argomentate. Ciao

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