12 maggio 2008

Il lusso della memoria

Capita di vedere film o leggere libri che per uno strano gioco (non so di che tipo) rompano ogni barriera tra l’autore e il lettore o lo spettatore.
Capita di dire “questo è stato scritto proprio per me”, ma nessuno, ancora, è riuscito a spiegare come e perché questo accada.
Capita, anche, che versi, racconti o immagini provino a ricostruire una memoria collettiva: “questo è stato scritto per noi”, si potrebbe dire.
Da pochi minuti è finito l’intenso telefilm dedicato all’uccisione di Aldo Moro avvenuta il 9 Maggio del 1978.
Sono passati trent’anni, ma la vicenda presenta ancora tratti molto oscuri.
Il delitto Moro si colloca in quel decennio violento della storia italiana raccontato lucidamente dal figlio di Aldo, Giovanni Moro, nel suo ultimo libro: Anni Settanta.
La memoria di un paese è in realtà un testo, un solo e unico testo nel senso etimologico del termine: un intreccio di fili che, se non vengono rinforzati, non resistono alle intemperie del tempo.
Come ha osservato recentemente Nando Dalla Chiesa, per fortuna in questo Paese c’è un Presidente della Repubblica pronto a ricordare i diritti dei parenti delle vittime del terrorismo troppo spesso dimenticati per lasciare spazio ai fiumi di parole di coloro che dalla critica delle armi sono passati alle armi della critica (Giovanni Moro, Anni Settanta).
Avere una memoria significa decidere da che parte stare, ma significa anche avere gli strumenti per scegliere.
Aldo Moro? “Fu ucciso dalla mafia”, hanno risposto molti ragazzi intervistati per una recente inchiesta giornalistica, oppure “fu ucciso dalle brigate rosso-nere”, e altre scemenze (forse anche peggiori) simili.
La scuola, la cultura e la coscienza del nostro Paese, di fronte a questo, devono interrogarsi.

Lo so, queste sono "cose da intellettuali", il nostro problema è la sicurezza.
Facciamo così: per oggi mi prendo il lusso di rivolgere un pensiero ad Aldo Moro e Peppino Impastato uccisi barbaramente lo stesso giorno dal terrorismo e dalla mafia.

Mi scuso per l'intrusione...



Paolo Tognon

1 commento:

Anonimo ha detto...

La cultura di un italia unita contro la mafia, contro il terrorismo, contro la micro-criminalità diffusa, non nasce e non si rafforza se non grazie a questi interventi, semplici ma pieni di significato.
Grazie Paolo.

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