18 luglio 2008

Alle ultime elezioni dovevamo presentarci da soli. Ci siamo presentati in tre...

Alle ultime elezioni dovevamo presentarci da soli.
Almeno così aveva detto l'allora sindaco Veltroni quando ancora il governo doveva cadere, tant'è che qualche ex alleato continua a dare cocciutamente e miopemente la colpa della fine della legislatura esclusivamente alle esternazioni che il nostro segretario soleva ripetere a riguardo.

Ci dovevamo presentare da soli (si badi bene, non voglio dire che sarebbe stato meglio, riporto solo quello che ricordo), ma non l'abbiamo fatto. Abbiamo deciso di allearci con l'Italia dei valori. "Peccato" ho pensato quando ho saputo la notizia, sarebbe stato un bel messaggio correre da soli e, magari, vincere anche, "però dai: l'IdV almeno è un partito che mi piace, hanno le idee chiare e spesso molto condivisibili e sono sempre stati degli alleati leali".

Ci dovevamo presentare da soli e poi vedo comparire nelle liste del PD nove nomi di esponenti di un altro partito, abilmente camuffati per farli eleggere anche se non avrebbero raggiunto il 4%. Ora: capisco tutto, però cavoli, dovevamo correre da soli e ora siamo già tre partiti di cui uno inserito di nascosto, così nessuno si accorge che c'è, ci votano e viene eletto un partito che nessuno ha votato.

"Vabbé dai, almeno tutti sottoscrivono al programma". Ed effettivamente è così. Forse.

Nel frattempo le elezioni: si può fare, cambiare l'Italia ecc ecc e ci vota il 33% della popolazione. Guadagnamo qualche punto percentuale rispetto alle elezioni precedenti, ma perdiamo clamorosamente, la destra ottiene i due terzi dei voti degli italiani, insomma, stavolta non ce l'abbiamo fatta. Nessun miracolo, nessun gran risultato. Il paese è saldamente in mano alla destra per altri 5 anni (?).

Ed ecco che un'altra tegola ci cade sulla testa: dovevamo fare gruppo unico, la GRANDE NOVITÀ DEL PARTITO DEMOCRATICO, un'opposizione con un unico gruppo. La grande semplificazione ecc ecc. E invece alla fine si decide di fare due gruppi parlamentari, uno del Partito democratico e uno dell'Italia dei Valori. Insomma fin qui non ne abbiamo prevista una giusta. Da dopo la nascita del PD tutte le decisioni di questo tipo sono state ampiamente disattese.

Ma non finisce qui.

Il PD decide di fare un'"opposizione intelligente", propositiva, che approvi ciò che c'è di buono nelle proposte della maggioranza senza pregiudizi, aperta al dialogo. Si crea pure un governo ombra e questa linea è forse la principale causa del mancato gruppo unico: l'Italia dei valori più determinata in una linea dura, il Partito Democratico più dialogante. Prime crepe nella coalizione di centro sinistra. E anche questa volta i buoni propositi evaporano al calore del dibattito intorno al paccetto sicurezza. Veltroni pone un aut aut alla maggioranza e decide di porre fine al dialogo. Un altro buco nell'acqua.

Nel frattempo c'è la manifestazione di Piazza Navona: Grillo e la Guzzanti dicono quello che sappiamo tutti, Di Pietro si dissocia da alcune frasi, ma, ovviamente, essendo il maggior promotore dell'iniziativa, non se ne vuole tirare fuori. Altro aut aut dell'onorevole Veltroni, ma stavolta all'alleato: "Di Pietro scelga se stare con noi o con Grillo". L'onorevole Di Pietro risponde "Io sto con la piazza" ponendo, pare, definitivamente fine alla coalizione.

Alle ultime elezioni dovevamo presentarci da soli. Ci siamo presentati in tre.Alle ultime elezioni ci eravamo proposti un'opposizione di dialogo. Nell'arco di tre mesi siamo tornati a fare (e non che mi dispiaccia) un'opposizione "vecchio stampo".Alle ultime elezioni dovevamo formare un unico gruppo elettorale e non siamo neanche stati capaci di mantenere viva una coalizione di tre (facciamo due, va') partiti.

E poi ci chiediamo perché la destra prenda tutti quei voti.
Forse sarebbe il caso di fare un po' la pace con noi stessi.


Giovanni Venturelli

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