7 settembre 2008

NESSUNO TOCCHI WALTER

L’ultimo è stato Arturo Parisi, che ha accusato Veltroni di essere un leader peggiore rispetto a Berlusconi. Ma prima di lui era venuta la nascita di correnti e correntine all’interno del partito, miranti a difendere i più svariati interessi personali. E, per un Parisi che col suo solito tono provocatorio, attacca frontalmente, vi sono altri leader di partito che, al coperto di dichiarazioni di stima al segretario, lavorano giorno e notte alla sua delegittimazione.
Ed allora io dico basta
Dico basta e domando a questi signori: cosa sarebbe il partito senza Walter Veltroni? Quale è l’alternativa? Perché la verità è che non c’è alcuna alternativa.
Il Pd è nato con Veltroni, grazie a lui ha coinvolto milioni di persone nelle primarie del 14 ottobre, con lui ha rinnovato, almeno parzialmente la vecchia classe dirigente di Ds e Margherita.
Veltroni ha guidato il partito ad una tornata elettorale difficilissima, maledettamente vicina alla nascita del partito. Senza organizzazione, senza nemmeno un chiaro contesto valoriale, ma soprattutto segnati dalla negativa esperienza del governo Prodi, soprattutto in termini di consenso.
Nonostante che la sconfitta fosse pressoché certa, la candidatura di Veltroni ha creato un grande entusiasmo, dando l’idea di una possibile rimonta. Rimonta che purtroppo non c’è stata, o c’è stata soltanto in minima parte. E questo è un problema, uno spunto su cui riflettere, emblematico della distanza fra la sinistra ed il paese. Ma non mi si dica che la colpa è tutta di Veltroni, che ha combattuto con valore una battaglia che tutti davano per persa, limitando i danni.
Il punto più importante è d’altra parte questo: il Pd è in crisi, in grave crisi. Se ne esce tornando al partito degli apparati? Se ne esce con dieci correnti contrapposte? Se ne esce con i signori delle tessere che si spartiscono i posti?
Secondo me se ne esce continuando sulla strada delle primarie e del rinnovamento. Insomma, non con meno Veltroni., ma con più Veltroni. E questo, si badi, non vuol dire inibire il dibattito interno: le opinioni contrarie al segretario sono ben accette e possono anzi essere un buono stimolo per la discussione, ma devono essere esplicite e portate al voto negli organismi preposti. Eventualmente, si vada ad un congresso per risolvere una volta per tutte la questione del leader. Ma basta, basta, basta correnti e giochetti sotto banco. Basta delegittimare il segretario. Perché a forza di tirarla, a volte la corda si spezza. E se si spezza, saranno dolori per tutti, anche per i signori delle tessere.


Matteo Corbo

4 commenti:

Anonimo ha detto...

è quello che sento anche io!

F@bio ha detto...

L'incapacità della sinistra sta proprio nell'essersi fossilizzata sui suoi apparati ed uffici. E' molto più attenta ad elaborare meccanismi burocratici e regolamenti per la spartizione interna al partito che non a recuperare consensi. E' uno scontro tra i vertici: da una parte un uomo ampiamente legittimato da una votazione, dall'altra ....
Ci vorremmo ispirare ai democratici americani ma il loro cambiamento, operato da Obama, sta nel raccogliere voti tra i repubblicani e tra quelli che solitamente non partecipano alle elezioni! Il merito di Walter è di aver tenuto...lui ha lasciato scegliere il partito al popolo delle primarie per continuare su questa strada...ora qualcuno mi dica quale altra tesi può mai sostenere un suo contestatore...!!

Anonimo ha detto...

io son d'accordo con quello che dite ragazzi, l'idea di un partito diviso tra correnti e fazioni è un idea che porta dritto verso l'ennesima sconfitta elettorale.
d'altro canto c'è però da dire che nonsi può continuare a fare questo tipo di opposizione, facendo passare porcate e leggi incostituzionali , con un leader che continua a assecondare tutto.
sembras che stia silanziosamente aspettando la sua rimozione da segretario.. e dopo cosa verrebbe? d'alema?

Laura ha detto...

Mac, alla fine tutte quelle leggi e quelle "porcate" passrebbero lo stesso: non è l'opposizione che fa passare o meno le leggi.
Hai ragione, però, che l'immagine del Pd risulta confusa. E questa non è certo colpa di Veltroni.
Anche il governo ombra non viene percepito adeguatamente, secondo me, ma qui mi sa che è un problema anche mediatico.
Ci vogliono ancora molto tempo per costruire il partito ed un grande sforzo collettivo.
Alla fine, se ci sono alcune divisioni anche nel giovanile di Padova, come possono non esserci a livello nazionale?
Col tempo, si sistemerà tutto. Certo, Parisi farebbe bene a manifestare in modo più costruttivo il suo dissenso e in fondo la formazioni delle correnti ha proprio questo scopo (in teoria): cercare risposte (interne) alternative alle stesse problematiche. Certo, se invece le correnti hanno la funzione di avere tanti leaderini, allora sono dannose.
Parisi è sempre stato un polemico.

Ci vuole ancora tempo per questo partito, ma io credo che valga la pena attendere (attivamente) la sua maturazione.

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