11 aprile 2008

I fucili e la pazzia

Campagna elettorale dai toni pacati - questo si era detto e si continua a dire da tempo. Non fosse per gli evidenti problemi che questo comporta ad alcune forze politiche che da sempre hanno basato la loro propaganda su slogan tutt’atro che pacati.
Così Bossi fa sapere: “imbracceremo i fucili”. Marchio inconfutabile della fabbrica di razzismo, oltranzismo e miopia che la Lega rappresenta. Ennesima uscita sopra le righe del senatur che allontana l’epicentro della discussione dal pragmatismo dei problemi reali che vive il nostro paese al solito teatrino dell’odio e delle recriminazioni in cui da un po’ di tempo si è trasformato il dibattito politico. Pochezze e bassa politica condita di veleni, millanterie folli e annunci di riedizioni in salsa verde di fantomatiche marce su Roma: questa è la Lega Nord, fedele braccio destro di Berlusconi, che insieme alla Mussolini e Ciarrapico contribuisce a rendere raccapricciante la scapestrata armata “della Libertà”.
Immediate le repliche. Maroni: “si trattava di metafore” – e di cosa? Verrebbe da chiedersi. Forse è sfuggita ai più la leggera intonazione del senatur che, con la sottigliezza che gli è propria, lasciava intendere che parlando di fucili si riferisse invece a riforme. I più si scusano dell’equivoco e promettono maggiore attenzione alle sue prossime, sempre sottilissime, esternazioni.
Ciò che invece rimane oscuro è come, invece, quelle sibilline frasi siano state interpretate dal Cavaliere: “Bossi parla così a causa della sua malattia”. Traduzione: non date retta a Bossi ormai totalmente rincoglionito dalla sua malattia. Rincuorante sapere che un pazzo (almeno a detta del suo principale alleato) si candidi ad essere ministro delle repubblica. Questo dimostra che in Italia, quando si parla di pari opportunità, non si scherza affatto e che Berlusconi, avanguardia solida dei diritti di tutti, abbia già previsto una quota che deve essere senza dubbio rappresentata nel consiglio dei ministri: la quota “pazzi”. Rigraziamo il Cavaliere di averla sommata alla già consolidata quota “ladri” e attendiamo con ansia l’istituzione di quella “alcolisti” .
Come diceva Flaiano “la situazione è grave, ma non è ancora seria”.


Vincenzo Cusumano

2 commenti:

Giovanni ha detto...

Sono dell'idea che queste esternazioni lasciano il tempo che trovano: la Lega ha da sempre utilizzato queste espressioni, è solo uno dei tanti sistemi che il PDL utilizza durante la campagna elettorale per distrarre gli elettori dai contenuti. E il problema è che funziona. Si parla più di questo che, per esempio, della truffa del bonus bebè, o di pacchetti sicurezza, o di lotta al precariato. Una manovra che, per ovvi motivi, conviene molto al centrodestra che ci fa perdere tempo a parlare di brogli, di schede che non vanno bene (identiche a quelle di due anni fa!), di fucili (ma quando mai pensiamo che i leghisti possano fare la rivoluzione?), di test psicoattitudinali per magistrati, della laurea di Di Pietro. Noi, per fortuna, ci caschiamo fino a un certo punto, ma a molta gente (anestetizzata da programmi televisivi alla De Filippi) piace vedere queste scene ed è convinta che il sale della politica sia tutto qua. Bravo Veltroni che cerca di dare un messaggio diverso di quello che è politica, ma attento a non cadere nei loro tranelli.

Anonimo ha detto...

vinza: è l'ottava volta che citi Flaiano!

paolo

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