4 aprile 2008

Lo scandalo della Essalunga

Sempre in occasione della visita a Padova di Nando Dalla Chiesa proponiamo uno stralcio di un post apparso sul sito http://www.nandodallachiesa.it/ . Sito in cui potrete trovare, oltre al post completo, molti altri contenuti scritti da Dalla Chiesa stesso.

Ho saputo infatti in questi giorni ciò che mi era sfuggito durante una delle mie assenze da Milano. La storia si ambienta in una Esselunga della parte sud della città. Protagonista e vittima, una commessa. La quale ha problemi di reni e dunque deve andare più frequentemente delle sue colleghe ad assolvere alle proprie necessità fisiologiche. Chiede dunque a un certo punto di potersi assentare dal posto di lavoro per andare in bagno. Le viene negato. Lei spiega le ragioni, esibisce perfino il certificato medico. Niente. La poverina (detto nel senso più affettuoso e solidale, sia chiaro) non resiste e vive l'umiliazione infinita di doversela fare addosso. Già questo dovrebbe indurre alla sollevazione una clientela appena sensibile alla dignità non dico del lavoratore ma della persona. Ma c'è di più. La commessa pensa, giustamente, di rivolgersi a quel punto al sindacato. Volete sapere la risposta dell'Esselunga, nella persona del suo responsabile locale (a che titolo lo sia non mi importa un fico)? La commessa viene portata in uno stanzino e riempita di botte. Non uno schiaffo, ma trenta giorni di prognosi. Avete capito bene, trenta giorni. Questo mentre altrove si danno tre giorni di malattia senza alcun controllo medico. Allora, io ho deciso quanto segue. Ho un'Esselunga vicino casa, aperta spesso nei giorni di festa. Oggi non vado neanche a vedere se è aperta, pur avendo il frigo sguarnito. Non ci andrò più. Non andrò più in nessuna Esselunga, e con me mia moglie Emilia. Meglio farsi chilometri nei dintorni che dare un euro a chi tratta così i lavoratori. Già, perché queste cose non accadono a caso; queste cose sono assolutamente ma proprio assolutamente impensabili se non entro un clima molto particolare. Proprio, fatte le debite ma non troppe differenze, come alla Diaz o a Bolzaneto. Insomma io non ci comprerò più niente. A loro non fregherà nulla, con il fatturato che hanno. Ma io voglio spendere bene anche la mia coscienza di consumatore. Se poi qualcuno la pensa come me, registrerò con piacere l'affinità elettiva. Siamo uomini o caporali?


Ricordiamo che l'appuntamento per l'incontro dal titolo "Quale mafia e quale legalità" è fissato per domani, sabato 5 aprile, alle ore 17.00, presso la Sala Palladin di Palazzo Moroni - Municipio di Padova.

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