3 aprile 2008

Per la legalità e Nando Dalla Chiesa in Parlamento

In occasione della visita a Padova del Sottosegretario di Stato alla Ricerca e all'Universtà Nando Dalla Chiesa riportiamo anche qui una lettera ai quotidiani scritta dalle associazioni Generazione Democratica e Laboratorio48 a sostegno della candidatura parlamentare di Dalla Chiesa, già pubblicata su Il mattino e su Il Gazzettino:

Gentile Direttore,
queste poche, ma appassionate righe, sono scritte da alcuni ragazzi impegnati nella costruzione del Partito Democratico, altri, provenienti da associazioni di diverso tipo, che guardano con attenzione e interesse questo nuovo progetto, altri ancora che lo attendono alla prova dei fatti.
Ci unisce un senso profondo della legalità e della trasparenza delle istituzioni, spesso soffocati da una politica poco lungimirante.
"Nel Partito democratico svilupperemo assieme le culture della legalità, dell'ambiente,
coltiveremo un sistema di valori che include la solidarietà e il rispetto degli altri"
“Penso ai vostri coetanei di Addio Pizzo: hanno scelto di fare acquisti solo presso i negozianti palermitani che rifiutano di versare denaro alla mafia. Quei ragazzi stanno restituendo a degli imprenditori la loro libertà, quella di agire lealmente sul mercato”.
Queste sono state le parole scritte da Walter Veltroni qualche mese fa in una lettera aperta ai giovani. Le candidature di alcuni prefetti nel Mezzogiorno rappresentano una chiara inversione di tendenza per mettere al centro della politica italiana il rispetto delle regole e il senso delle istituzioni. (Sembrerà strano, ma non è sempre così).
Ci piacerebbe che queste righe venissero lette come un contributo per coprire il tassello mancante del mosaico.
Perché non è stato candidato proprio qualche ragazzo di Addio Pizzo o qualche ragazza attiva in una delle tante cooperative impegnate nella gestione dei beni confiscati alla mafia?
Perché non è stata accettata la deroga richiesta da Nando Dalla Chiesa?
Crediamo che Dalla Chiesa debba essere, anche fuori dal Parlamento, un punto di riferimento, perché non si conclude qui (anzi) il suo impegno costante in difesa della legalità e della democrazia, portato avanti con creatività, chiarezza e coerenza nei confronti della società civile e della società politica.
Consideriamo le parole pubblicate sul suo blog, circa le motivazioni che lo hanno spinto a chiedere la deroga rispetto al limite dei tre mandati, un breve trattato di passione politica.
Ora dobbiamo guardare al futuro consapevoli che le nuove generazioni sono chiamate a ridare forza alla politica nella sua più alta accezione, ripartendo da alcune parole spesso impolverate: la legge è uguale per tutti.





Matteo Corbo, 23 anni (Direzione provinciale Partito Democratico – Padova)
Paolo Tognon, 21 anni (Coordinamento provinciale Giovani Democratici – Padova)
Generazione Democratica – Laboratorio ’48



L'appuntamento con Dalla Chiesa è fissato per sabato 5 aprile alle ore 17.00 preso la Sala Palladin di Palazzo Moroni- Municipio di Padova.
Interverranno all'incontro dal titolo "Quale mafia e quale legalità" anche Walter Mescalchin (Libera Veneto) e Michela Lorenzato (ARCI Veneto)

1 commento:

Anonimo ha detto...

Nando Dalla Chiesa, elaborato di ricerca.
Dall’omologia alla divergenza:
pensare la differenza, immaginare l’uguaglianza.
INTERVISTA CON NANDO DALLA CHIESA.
Dialogo sopra le diversità culturali.

di LAURA TUSSI


A Milano, a Roma, a Genova e in altre innumerevoli città italiane, le persone sono scese in piazza manifestando il dissenso contro la prevaricazione di dinamiche di strapotere governativo che affossano ogni velleità di dignità costituzionale, dove la Costituzione Repubblicana e Democratica viene calpestata in nome dell’autorità di potere e le discrepanze sociali incrementano e alimentano intolleranze e divergenze a tutti i livelli del prisma sociale delle differenze, dove la diversità diviene un’onta, un crimine, una vergogna da reprimere ed eliminare.
Attualmente, nel mondo occidentale, si assiste ad un ritorno prepotente delle politiche e dei partiti conservatori, dall’America, alla Spagna, dall’Italia, all’Inghilterra, per non parlare delle correnti xenofobe e neonaziste dell’Austria. Nel mondo intero si è assistito ad un movimento di protesta contro lo status quo, dissenso e opposizione e ad una presa di coscienza valoriale senza paragoni nella storia passata: dalle correnti pacifiste, ai nuovi globalizzatori. Queste innovative realtà comprendono tutte le frange più irrequiete, i partiti riformisti, le fazioni di dissenso, gli estremismi più propositivi, tutte le categorie più innovative, progressiste e propositrici di qualcosa da portare avanti, da proporre, da perseguire nonostante il conflitto di classe, la protesta nelle piazze, per il cambiamento generale dello status quo di un sistema neoreazionario, con proposte costruttive di azione, per agire, per risolvere i gravi problemi dell’umanità intera, dal disastroso degrado ambientale a livello planetario, di cui stiamo pagando le scottanti conseguenze, alla povertà, al regresso, alla fame nel mondo, la mancanza di occupazione, le guerre, i conflitti interreligiosi.
Il nuovo socialismo ancora e di nuovo, in base a corsi e ricorsi storici sempre attuali, ripropone antichi valori e sempre attuali, quali l’equità sociale ed il pluralismo in materia decisionale delle scelte più drastiche e drammatiche, come l’interventismo bellico, per esempio.
Anche in Italia, quindi a livello più locale, molti intellettuali si sono mobilitati contro il revanchismo delle destre sulle più disparate questioni sociali, coinvolgendo ampie sacche di popolazione, proprio quel popolo portatore di idee di innovazione e progresso, di novità e trasformazione positiva in materia sociale, giuridico legale, sanitaria, economica, fiscale ecc...
Sullo sfondo di tali imprescindibili questioni si stagliano i problemi cruciali del mondo contemporaneo che interessano il processo di globalizzazione, il razzismo scientifico, lo sviluppo delle biotecnologie, la bioetica, la sostanziale e fondamentale relazione uomo-ambiente.
Gli Stati Uniti si sono rifiutati di aderire al protocollo di intesa di Kyoto e non per volontà del popolo americano, quindi non per decisione di una scelta democratica e pluralista che comprendesse le più differenti frange e classi del tessuto sociale americano, che peraltro ha manifestato, in buona parte il dissenso, ma per l’effetto di un capitalismo degenerato, di un sistema votato a una logica di dominio nazionalista, scaduta in assolutismo dispotico.
L’esigenza di socialismo si ripete a intervalli nella storia, risorgendo ogni volta al fine di portare la pace e la realizzazione e concretizzazione delle utopie, ossia di valori, ideali e conquiste sul piano dei diritti del popolo, della società tutta, che il capitalismo esasperato, o peggio la degenerazione irrazionale di quest’ultimo, annienta, vilipende, schiaccia, provocando conflitto tra le classi sociali, per evidenti sperequazioni: un conflitto epocale, millenario, dalle prime forme di vita associata dell’umanità.
Anche la magistratura è stata costretta a reclamare il proprio diritto d’autonomia, a rifiutare le ingerenze da parte di altri poteri statali. In questo modo si è sovvertito il principio basilare di un paese libero, elaborato dall’illuminismo e da Montesquieu relativamente alla tripartizione delle mansioni principali dello Stato e l’inalienabilità dell’autonomia dei tre poteri: legislativo, esecutivo, giudiziario, così da evitare la degenerazione del sistema politico in anarchia o peggio in dittatura assolutista.
Il socialismo si è sempre posto l’obiettivo di promuovere programmi di riforme graduali, tese a migliorare le condizioni di vita della classe operaia e delle masse lavoratrici nel quadro degli spazi democratici, concessi dallo stato borghese.
Nel dopoguerra i partiti socialdemocratici dei paesi dell’Europa occidentale fondarono nel 1951 l’internazionale socialista. Dopo i fatti d’Ungheria anche i partiti socialisti, come quello italiano, che avevano privilegiato l’unità d’azione con i comunisti, si spostarono su posizioni riformiste. La revisione ideologica e il rifiuto del ruolo guida dell’URSS toccarono anche i partiti comunisti a partire dagli anni’60 che si orientarono verso posizioni socialdemocratiche, affermatesi in tutti i partiti socialisti europei.
I movimenti del popolo, attualmente, rilanciano le idee di un neoilluminismo, di un nuovo socialismo che ovviamente contesta la globalizzazione del mercato unico, ma soprattutto del pensiero unico neonazionalista che riconferma politiche volte a instaurare e riassestare economie radicalmente capitalistiche.
Il socialismo del popolo di Seattle sostiene l’eguaglianza dei diritti sociali ed umani, la solidarietà, il bene comune, la tolleranza dell’”altro”, del diverso contro le esproprianti politiche xenofobe e razziste, per l’eliminazione del privilegio di classe, del classismo, e soprattutto il diritto delle masse meno abbienti a manifestare ed a protestare, senza essere perseguitate, contro le scelte ritenute errate e capitaliste del sistema, dei governi restauratori di un atavico, obsoleto e stanco modo di fare politica.


La personale dedizione nella comprensione e nell’analisi socioculturale delle realtà di ingiustizie e di discriminazioni in Italia e nel Mondo, all’interno della Storia di Formazione di uno scrittore impegnato socialmente e politicamente?

Tutta l’ esperienza di vita è formativa. Quello che si è fatto, realizzato e interiorizzato durante l'infanzia e l'adolescenza diventa elemento ed evento che influisce in seguito sul modo in cui ci si comporta e ci si atteggia nell'impegno sociale, formativo e civile rispetto alle modalità con cui si considera la cultura.
Non riuscirei a togliere nulla della mia vita per capire e comprendere quali siano le scelte personali in un certo momento e pensare come impegnarmi su un tema o sull'altro, in un aspetto o nell'altro e perché compio una certa decisione.
Davvero possiamo considerare i ricordi, dai gesti e dalle parole compiute dalle persone care, dal ricordo dei genitori, dei libri letti, dagli insegnanti, all'esperienza universitaria, al periodo del sessantotto, appena mi affacciavo all'età adulta, alla vicenda di mio padre. Penso che tutta la vita mi ha forgiato e fomentato anche aggressivamente e spinto ad assumere determinati impegni in campo civile, politico e culturale.


Il centro sinistra, gli strapoteri che fomentano divergenze e discrepanze sociali in nome dell’autorità, i localismi, i settarismi da un lato, e le nuove ed incombenti sfide dettate da una società e da un mondo sempre più orientati alla globalizzazzione, alle sfide del progresso con Kyoto e Hokkaido, nella scelta di politiche progressiste, segnate comunque da problematiche inerenti le diversità multiculturali e la coesistenza di variegate culture e differenti modi di essere e di pensare, dall’altro.

Lo spirito di apertura, di interscambio e di confronto vicendevoli portano a considerare gli interlocutori, le culture altre, le biografie collettive di minoranze come dati di vita e di diversità intraculturali che devono essere interpretate con sapere e approfondite rispetto al futuro e al passato con esperienza e consapevolezza appunto.
Occorre essere responsabili e consapevoli che il futuro non è solo la somma di molteplici tradizioni e biografie, ma soprattutto una sintesi di valori che sembrano divisi e divergenti, ma si elaboreranno come uniti nelle rispettive diversità tramite la costruzione e la raccolta ed elaborazione di biografie e autobiografie intelligenti.
E’necessaria molta serietà perché non è un lavoro facile, perché ogni cambiamento incide sulle condizioni dell'esistenza, della vita di ciascuno, rispetto alle aspettative, sulle paure di chi è più debole, fattori che vanno considerati in questo momento processuale di costruzione del nuovo.
Questa è la fase più difficile per la sinistra perché si apre un innovativo percorso e si sviluppa un processo di evoluzione, di apertura, di confronto e condivisione, perché nessun cambiamento lascia le situazioni nuove uguali alle precedenti, con gli svantaggi delle condizioni che generano pregiudizio.
Le ondate migratorie sono così improvvise e repentine e incidono e coincidono anche con l'invecchiamento della popolazione portando paura, diffidenza e indisponibilità all'incontro, nel confronto con le diversità, attuabile invece attraverso un lavoro e un impegno concreti nel rimuovere le cause dei pregiudizi, attraverso l'informazione culturale, chiamando ogni persona alle proprie responsabilità civili.


Tutto il mondo è impegnato nella ricerca della democrazia che è un valore da consolidare e da esportare. Le ultime guerre in medio oriente fanno intravedere diverse tipologie di dittatura.

Le dittature vanno dai grandi emirati, ai potentati fondati sul potere delle dinastie, dalla Siria, ai leader libanesi e con forme di ingerenza terroristica. Tutto il mondo è impegnato nella ricerca della democrazia che è un valore da consolidare e da esportare.
Strategie internazionali sono necessarie e auspicabili, ma difficili da sviluppare, anche perché le questioni legate alle minoranze si scontrano con la real politic e le ragioni della diplomazia.
Occorre che ci siano entità sovranazionali capaci di riconoscere certi diritti e tutelare e salvaguardare nelle forme consentite dalla diplomazia le minoranze oppresse. I partiti possono avere ruoli diversi con iniziative incisive, creando movimenti di opinione anche per mezzo della stampa. Sussiste comunque un problema soprattutto culturale. L'idea di boicottare il salone del libro di Torino solo perché dedicato ad Israele è sintomo di intolleranza. A volte si mettono in circolo atteggiamenti razzisti e discriminatori. Occorre molta responsabilità.

Attualmente occorre esorcizzare ogni spettro di genocidio, stillicidio, di conflitto armato e di negazione di ogni tipologia di diversità all’interno della società. Esistono strategie politiche certe e determinate da parte dei partiti progressisti per far fronte a queste terribili evenienze?

Sono motivato e spinto dalla mia vicenda personale a leggere i libri che riguardano l'accettazione sociale della violenza, la nascita del nazifascismo e la tragedia dell'Olocausto. Questi eventi sono realmente avvenuti dopo le convenzioni internazionali sui diritti dell'uomo e sulla tutela dei prigionieri di guerra. Non credo comunque che l'uomo abbia imparato dalla Storia. Occorre molta responsabilità da parte degli Stati, dei partiti, dell'opinione pubblica con l'intervento degli intellettuali, con cittadini responsabili che devono conoscere il teatro degli eventi storici.

Laura Tussi
www.politicamentecorretto.com

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