3 ottobre 2008

Crocetta, simbolo dell'antimafia "Basta divisioni, entro nel Pd"

Il sindaco pdci di Gela minacciato dalle cosche e rieletto con il 64% dei voti "Ne parlerò prima con Diliberto: troppi ideologismi". L'incontro con Veltroni

ROMA - Dice che la "sinistra radicale rappresenta ormai un politica vecchia" perché "non c'è più solo il conflitto sociale, il mondo è cambiato e non hanno senso le divisioni dei progressisti". Rosario Crocetta è il sindaco di Gela, sindaco antimafia, protagonista, suo malgrado ovviamente, di conversazioni intercettate tra boss di Cosa nostra dove viene additato come un nemico, sei uomini di scorta giorno e notte. Crocetta è il fiore all'occhiello del Pdci, primo cittadino rosso in una terra dominata dal centrodestra, confermato per il secondo mandato con il 64 per cento.
"Il comunismo per me significa condividere certi valori, lottare per gli ultimi, per la Costituzione, per l'antifascismo. Ma non amo le ideologie e non sono mai stato marxista, neanche da giovane". Insomma, Crocetta ha incontrato Veltroni venerdì scorso in Sicilia, da tempo subisce il pressing del suo amico Beppe Lumia, senatore del Pd, e sta per fare il salto: lascia i comunisti italiani e aderisce al Partito democratico.

Non ha ancora preso una decisione definitiva. "Sto riflettendo". Parlerà con Oliviero Diliberto. Ma la scelta appare davvero vicina. Veltroni vuole portarlo sul palco della manifestazione del 25 ottobre, simbolo della Sicilia onesta che può persino vincere in una terra dominata dal centrodestra. Lui ha già pronunciato un mezzo sì: "Mi convince il progetto di cambiamento di Veltroni. È un politico contemporaneo, ha letto una mia intervista, mi ha chiamato, ci siamo capiti. Mi piace l'idea di una formazione politica post ideologica, un progetto che parla a tutta la società italiana". Naturalmente un sindaco antimafia ha anche bisogno di non rimanere solo con la sua battaglia. "La sinistra radicale non è più rappresentata in Parlamento e io devo avere un interlocutore. Lo faccio non tanto per me, non perché ho paura ma per il mio ruolo, per il mio lavoro".

Alle assemblee del Pdci il disagio di Crocetta cresceva via via: "Lì la Confindustria resta un nemico di classe. Ma quando torno in Sicilia, l'associazione degli imprenditori è una mia alleata nella lotta al pizzo, così come il comitato antiracket di Tano Grasso". Crocetta poi non crede all'efficacia di una "semplice testimonianza, di una battaglia di nicchia". E il comunismo? "Quello in cui mi riconosco lo sento anche nelle parole di Veltroni: solidarietà, difesa dei poveri, legalità. E il Pd non può rinunciare a questi capisaldi".

Il sindaco di Gela non nasconde la sua omosessualità. Senza sbandierarla, senza farne la cifra del suo stare in politica. Ma nel Pd troverà i fronti contrapposti nella partita sui diritti. "Molti anni fa guidavo un'unità di fabbrica dell'Eni con 600 operai. Se il mio essere omosessuale lì non è stato un problema, figuriamoci nel Partito democratico. Io sono omosessuale, cattolico praticante, vado a messa tutte le domeniche, partecipo a un gruppo pastorale. Non credo negli steccati, ma solo nel confronto". Parole che piaceranno a Veltroni.
Articolo di GOFFREDO DE MARCHIS
Tratto da La Repubblica del 1/10/2008
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2 commenti:

Anonimo ha detto...

E' un grande quest'uomo...

"E il comunismo? "Quello in cui mi riconosco lo sento anche nelle parole di Veltroni: solidarietà, difesa dei poveri, legalità. E il Pd non può rinunciare a questi capisaldi.""

Anonimo ha detto...

Ho chiesto io all'ale di inserire questo post, perchè il PD ha la grandissma capacità di nascondere le cose belle che gli accadono.

(aspettiamo, ovviamente, la decisione di Crocetta)

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